REATO IN GENERE

Spamming e pregiudizio (reato)

28 Ottobre 2019

“Premessi brevi cenni sulla pratica di spamming e quando questa diventi fattispecie penalmente rilevante, il candidato rediga motivato parere…”

Svolgimento

La pratica di “spamming [1]”, nell’attuale contesto storico, socio-economico, è molto diffusa, e consiste nell’invio indiscriminato di messaggi di posta elettronica e/o newsletter senza alcun consenso del destinatario [2].

Tale dinamica diventa reato ex art. 15, comma I, lett. b), d.lgs. n. 10 agosto 2018, n. 101 in riforma del Cod. Privacy (d.lgs. n. 196 del 2003) allorquando, detta condotta, arrechi un effettivo "nocumento" al destinatario/vittima preso di mira.

La nozione di nocumento, coerentemente con la etimologia del termine (derivante dal verbo nuocere, ovvero arrecare un danno anche morale), evoca l’esistenza di una concreta lesione della sfera personale o patrimoniale da ritenersi direttamente riconducibile a un’operazione di illecito trattamento di dati protetti, al fine di trarre (dolo specifico) per sé o per altri un profitto o di recare ad altri un danno.

Il nocumento per essere effettivo deve sostanziarsi in un pregiudizio concreto e proporzionato rispetto all’invasività del comportamento di chi invia contenuti sgraditi, nonostante le richieste di porre termine alla spedizione di una determinata tipologia di messaggi. Il mero fastidio di dover cancellare pochi ed occasionali messaggi indesiderati non può certo essere da se’ solo sufficiente al punto da attribuire rilevanza penale al fatto. Anzi.

Per la sussistenza del reato occorre, invece, un’adeguata verifica fattuale volta ad accertare e comprovare, in concreto, il reale disagio arrecato al destinatario tramite l’invio, peraltro non richiesto né voluto, di numerosi -e perciò fastidiosi- messaggi di posta elettronica.

 

Art. 15 D.Lgs. n. 101 del 2018

Cfr. Cass. Pen., sez. III, 10 ottobre 2019, n. 41604

 

[1] L'etimologia del termine viene da Shoulder of Pork And haM (spalla di maiale e prosciutto), carne in scatola immessa sul mercato nel periodo della seconda guerra mondiale, diventata sinonimo di fastidiosa e non richiesta valanga di materiale (e-mail), grazie ad un famoso sketch del gruppo comico britannico dei Monty Python in cui alla conclusione della scenetta, veniva cantata una canzoncina che in maniera ossessionante e petulante ripeteva il nome SPAM (marchio della carne in scatola).

[2] In concreto, la casella di posta elettronica viene “inondata” da numerose e-mail pubblicitarie in grado di porre a rischio il funzionamento del servizio di posta elettronica della vittima.