AVVOCATO

E se l'esame fosse stato oggi? Mettiti alla prova con l'Atto Giudiziario

17 Dicembre 2020

PERCORSO AVVOCATO – ASPETTARE NON SIGNIFICA FERMARSI

Benvenuti alla simulazione d'esame 2020.

Il 15, 16 e 17 dicembre 2020 si sarebbe dovuto tenere l’esame scritto di Avvocato, rinviato a causa dell’emergenza sanitaria alla primavera 2021. E se l’esame non fosse stato rinviato? E se l'esame fosse stato oggi? Mettiti alla prova con la terza prova scritta.

Se sceglierai si svolgere l'atto penale, potrai partecipare alla correzione in diretta Facebook sulla pagina Giuffrè Francis Lefebvre, alle ore 17.00.

Se sceglierai atto di civile e amministrativo, ti verà fornita la soluzioni domani sul sito.

 

TRACCIA ATTO CIVILE

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TRACCIA ATTO PENALE

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TRACCIA ATTO AMMINISTRATIVO

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Mevia e Caio, genitori di Tizia di anni 13, in considerazione della sua passione per i cavalli decidono di iscriverla alla scuola di ippica gestita dalla società Alfa.

La ragazza segue le lezioni, due volte a settimana, sotto il costante controllo dell’istruttrice Sempronia che svolge la sua attività in piena autonomia, seppure servendosi del pony di proprietà della società, dalla stessa utilizzato in maniera esclusiva.

Una sera, durante una lezione, l’animale, particolarmente agitato, scaraventa a terra la ragazza che, nonostante indossi il caschetto di protezione, riporta un trauma cranico che le cagiona la morte immediata.

I genitori, convinti che la Società Alfa sia pienamente responsabile per quanto occorso a Tizia, agiscono in giudizio affinché venga condannata a risarcire i danni dagli stessi subiti per la prematura morte della ragazza.

La società Alfa, dunque, in persona del legale rappresentate, si rivolge al proprio legale di fiducia affinché tuteli le sue ragioni in giudizio.

 

Il candidato, assunte le vesti del legale della società Alfa, rediga l’atto giudiziario più idoneo.

 

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Caia e Mevio, nonostante la giovane età, decidono di sposarsi ma, a causa delle precarie condizioni economiche di entrambi, sono costretti ad abitare nella stessa casa dei genitori del ragazzo.

I suoceri di Caia, Tizio e Sempronia, le fanno pesare costantemente questa convivenza forzata, sottoponendola a continue pretese e vessazioni.

Tali comportamenti si acuiscono alla morte di Mevio, deceduto prematuramente in un incidente stradale.

Difatti, da quel momento i rapporti tra la giovane e i genitori del defunto marito si fanno sempre più tesi. Gli stessi le impediscono di uscire, arrivando perfino a segregarla per diverse ore nella cantina di casa e, per di più, la costringono a recarsi quotidianamente presso la tomba di Mevio.

Caia, inizialmente, cerca di sopportare i suddetti soprusi perché economicamente impossibilitata a reperire un nuovo alloggio. Con il trascorrere del tempo, però, la situazione diventa insostenibile e la ragazza, stanca di subire continue angherie da parte di entrambi, decide di denunciarli all’Autorità Giudiziaria.

Ciononostante, a seguito di dibattimento, Tizio e Sempronia vengono assolti dai reati di cui agli artt. 600 e 605 c.p., perché ritenuti non imputabili per aver agito in condizioni di eccessivo stress emotivo, causato dalla morte del figlio. Inoltre, ad abundantiam, il Tribunale rileva che, quanto alla fattispecie ex art. 600 c.p., non sussistesse alcuna reificazione della ragazza da parte dei due suoceri.

Caia, quindi, si reca immediatamente dal suo legale di fiducia al fine di concordare quale strategia difensiva adottare.

 

Il candidato, assunte le vesti del legale di Caia, rediga l’atto giudiziario più idoneo alla tutela delle sue ragioni.

 

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Tizio è proprietario di un’area nel Comune di Alfa ove sorge, fin dal 1928, un immobile adibito a civile abitazione. Tale immobile era stato sopraelevato nel 1967 in forza di regolare concessione edilizia.

Con nota prot. 1194 del 02.02.2013 l’Agenzia del Demanio comunicava alla Capitaneria di Porto di Alfa l’esito di un sopralluogo effettuato in data 12.11.2012, invitando l’Autorità marittima all’adozione dei provvedimenti di competenza.

La Capitaneria di Porto di Alfa con nota prot. 21908 del 22.04.2013 comunicava a Tizio l’avvio, a seguito del richiamato sopralluogo del 2012, del procedimento volto all’emanazione dell’ingiunzione di sgombero con riferimento ad un’area ritenuta demaniale e di cui si contestava a Tizio una parziale occupazione abusiva con una porzione del predetto immobile, utilizzato come abitazione per sé e per la propria famiglia.

Tizio riscontrava la nota della Capitaneria di Porto con raccomandata del 06.05.2013, rivendicando la privata proprietà dell’intera area, al contempo demandando all’Autorità marittima l’effettuazione di più approfonditi accertamenti volti a verificare la reale situazione dominicale dell’immobile in questione.

La Capitaneria di Porto con nota prot. 51980 del 22.09.2013 sospendeva il procedimento ingiuntivo attivato nelle more dell’esperimento di ulteriori accertamenti demandati all’Agenzia del Demanio.

A distanza di quasi 7 anni, pur in assenza di ogni ulteriore accertamento, con nota prot. 14769 del 08.04.2020 la Capitaneria di Porto notificava l’ingiunzione di sgombero n. 30/2020.

 

Il candidato, assunte le vesti del difensore di Tizio, rediga l’atto giudiziario più idoneo per la tutela dei suoi interessi.

 

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