DIRITTO PENALE

La Suprema Corte sul reato di omicidio di identità

31 Agosto 2023

Cassazione penale

La vicenda in esame trae origine da una sentenza emessa in primo grado dal GUP che, all'esito di un giudizio abbreviato aveva riconosciuto la penale responsabilità dei tre imputati, in concorso tra loro, per la commissione del reato di lesioni gravi avendo cagionato alla vittima lo sfregio permanente del viso. I tre imputati avevano colpito ripetutamente la parte offesa con calci e pugni cagionandole lo sfregio permanente del viso, in ragione di una cicatrice sul volto.

La pronuncia veniva parzialmente confermata in appello, che escludeva le circostanze aggravanti della premeditazione e rimodulava la pena finale.

Avverso tale pronuncia, i ricorrenti propongono ricorso in Cassazione lamentando, per quanto qui ci interessa, violazione e falsa applicazione dell'art. 583 quinquies c.p.

La doglianza rappresentata dalla difesa eccepiva la contraddittorietà del Giudice d'appello rispetto alle conclusioni rassegnate dal CTU, che invece escludevano che la cicatrice sul viso riportata dalla vittima integrasse una deformazione permanente del volto. Il Collegio, nel decidere la questione sottoposta al proprio giudizio, (...)

 

Fonte: Diritto e Giustizia