DIRITTO PENALE

Condannato per truffa l’avvocato che si fa versare un compenso superiore a quello riconosciuto dal giudice

03 Maggio 2023

Cassazione Penale

La Corte d'appello di Roma confermava la condanna di prime cure dell'imputato per il reato di truffa, tentata truffa e infedele patrocinio. Dalla ricostruzione della vicenda era emerso che l'imputato, in qualità di avvocato, aveva falsamente dichiarato alla persona offesa suo assistito che il giudice aveva liquidato un importo a titolo di risarcimento danni superiore a quello reale e che l'importo a titolo di onorario era di oltre 120mila euro (anziché 20mila), somma che il cliente gli aveva di conseguenza versato. L'avvocato aveva inoltre tentato di farsi consegnare altre somme di denaro, da qui la condanna per tentata truffa.

La difesa ha proposto ricorso in Cassazione dolendosi, per quanto qui d'interesse, per l'insussistenza del reato di infedele patrocinio in quanto l'avvocato non avrebbe violato i principi di lealtà, buona fede e correttezza che contraddistinguono la professione legale. La doglianza risulta fondata. Il Collegio conferma infatti la sentenza impugnata in relazione alle fattispecie della truffa e tentata truffa, ma accoglie il motivo di ricorso relativo all'insussistenza del patrocinio infedele, seppur per ragioni differenti da quelle sollevate dal ricorrente. (...)

 

Fonte: Diritto e Giustizia