Magistrato

Pagelle per i magistrati: il governo dà l’ok

29 Novembre 2023

Su proposta della Presidente del Consiglio e del Ministro della Giustizia Nordio sono state approvate in via preliminare, durante il Consiglio dei Ministri tenutosi nella serata di ieri, due decreti legislativi che danno attuazione alla legge n. 71 del 2022 sulla riforma dell’ordinamento giudiziario.

Si conclude così, l’iter di riforma della giustizia già avviato durante le legislature precedenti.

Due i punti focali sui quali interviene la riforma:

  • “pagelle” più severe;
  • collocamento fuori ruolo.

Quanto al primo punto, nel testo si prevede una revisione dell’assetto della magistratura e dell’ordinamento giudiziario così da poter assicurare semplificazione, trasparenza e rigore nelle valutazioni di professionalità dei magistrati.

Sempre con il primo decreto legislativo verranno anche modificati i presupposti all’accesso in magistratura per i laureati in giurisprudenza.

Quanto al profilo dell’assegnazione dei ruoli direttivi e semidirettivi ai magistrati, vengono rimodulati i criteri di valutazione di merito e trasparenza proprio mediante una definizione sia del concetto di merito che di attitudini da parte dal CSM.

Vengono anche rivisti sia il numero degli incarichi semidirettivi che i criteri per poter accedere a consigliere di Cassazione nonché di sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione; contestualmente viene riformato il procedimento di approvazione delle tabelle organizzative degli uffici giudiziari.

Sotto il profilo del collocamento fuori ruolo dei magistrati, invece, le disposizioni trovano applicazione per i magistrati ordinari, amministrativi e contabili.

Il collocamento fuori ruolo sarà obbligatorio in due casi:

  • Incarichi che non consentono l’integrale svolgimento ordinario del carico di lavoro;
  • Incarichi di capo e vice-capo dell’ufficio di gabinetto, di Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministri o presso i consigli e le giunte regionali, nonché direttore dell’Ufficio di Gabinetto e capo Segreteria di un Ministro.

Il collocamento fuori ruolo del magistrato potrà essere disposto solo nel caso in cui siano trascorsi dieci anni almeno dalla data di effettivo esercizio delle funzioni di magistrato, anche prestato presso magistrature diverse da quella di attuale appartenenza o presso l’Avvocatura di Stato e solo se sono trascorsi almeno tre anni dalla ripresa degli incarichi in ruolo al termine di un incarico svolto fuori ruolo per un periodo superiore ai cinque anni.

Sono previsti sia dei contingenti massimi per i magistrati che possono essere collocati fuori ruolo che delle deroghe specifiche coerentemente con la delega che impone una riduzione rispetto alla vigente disciplina.

Il collocamento fuori ruolo può essere disposto solo nel caso in cui l’incarico corrisponda a un interesse dell’amministrazione di appartenenza e non nel caso in cui il magistrato appartenga a una sede di servizio che presenti un’elevata scopertura di organico oppure se il magistrato sia occupato nella trattazione di procedimenti penali relativi a reati gravi e con un’istruttoria già in stato avanzato tale per cui l’allontanamento del magistrato ne possa compromettere i ragionevoli tempi di definizione.

Il magistrato non può essere collocato fuori ruolo per un tempo superiore complessivamente a sette anni a meno che non siano incarichi di particolare rilevanza, nel qual caso il termine non potrà superare i dieci anni.

Le disposizioni non trovano applicazione per i membri del Governo e delle cariche elettive anche presso gli organi di autogoverno. La disciplina appena descritta non ha carattere retroattivo.

 

Fonte: Diritto e Giustizia